La doppia faccia degli UFO – di Ian Watson | Quando ci sono le idee ma non lo stile.

51Ph+xRsFULUno dei misteri più dibattuti di sempre riguarda il cosiddetto fenomeno UFO. Molte persone tendono ad associare questa parola agli alieni, alla vita extraterrestre, o a qualsiasi elemento estraneo al pianeta Terra. In realtà, pochi sanno che il termine UFO serve ad indicare “genericamente ogni fenomeno aereo le cui cause non possano facilmente o immediatamente essere individuate da un osservatore”. E’ semplice quindi intuire che un UFO potrebbe anche essere di origine umana, o animale, o di qualsiasi altro tipo.

Nel corso del tempo, innumerevoli sono stati gli avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli di tutto il mondo, così come innumerevoli sono state le ipotesi proposte per spiegare tali fenomeni. Ed innumerevoli sono anche le opere letterarie e cinematografiche che hanno utilizzato questo argomento per creare storie più o meno suggestive, che utilizzano il mistero degli UFO per dare sfogo alla fantasia dei vari autori. Tra questi, c’è un noto scrittore britannico, Ian Watson, autore di numerosi romanzi di fantascienza, tra cui quello di cui tratterà questa recensione, “La doppia faccia degli UFO”, opera che può essere inserita a pieno titolo nella categoria della fantascienza “new wave” più radicale.

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1984 – di George Orwell | Quando le realtà è il peggior incubo.

1984_george_orwellImmaginate un mondo dove ogni vostra azione viene analizzata e soppesata, dove anche una piccola deviazione da ciò che viene ritenuto il “buonpensiero” possa essere punita con la pena di morte. Un mondo in cui lo stesso significato di libertà è stato polverizzato, sostituito da una obbligata quanto fanatica venerazione di un’entità politica con poteri pari e addirittura superiori a quelli di un Dio.

Questo e molto di più è il romanzo di George Orwell, 1984, pubblicato nel 1948 (l’inversione delle ultime due cifre non è un caso!), ritenuto uno dei suoi migliori lavori e modello esemplare di un filone di romanzi definiti distopici, in cui il pessimismo intellettuale del periodo post-bellico raggiungeva la sua massima espressione.
La definizione di distopia come “la descrizione di una immaginaria società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa”, si adatta pienamente all’ambientazione creata dall’autore, che non si è limitato ad immaginare un futuro moralmente spaventoso, ma andando ben oltre, fornendo una descrizione decisamente approfondita della società in cui prende vita la storia che ci racconta; una società tremendamente simile, su molti aspetti, a quella in cui noi viviamo.

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La Civilità dei Solari – di Norman Spinrad | Hippy spaziali e scimmie galattiche.

La-civit-dei-solari-1Ci sono tanti modi per interpretare la definizione di “casa”. Il più classico fa sicuramente riferimento ad un’abitazione in cui vivono una o più persone per il quale quella stessa abitazione è, appunto, la propria casa. In un senso più generalizzato del termine, la casa può anche essere la città in cui si trova la nostra abitazione e, allargando maggiormente il raggio considerato, lo Stato a cui essa appartiene. Ma è molto più raro che venga associata all’intero pianeta Terra, o almeno lo è per la nostra epoca in cui l’uomo non ha conosciuto altra casa che questo piccolo, insignificante pianeta del Sistema Solare.

Ben diversa è invece la situazione che ritroviamo nella prima opera sci-fi della carriera di Norman Spinrad, “La Civiltà dei Solari”, pubblicato a metà circa degli anni 60′, periodo in cui l’uomo si stava appena affacciando ai viaggi interplanetari ponendo il primo piede sul piccolo satellite lunare.

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Cittadino della Galassia – Robert A. Heinlein | La Fantascienza che ci piace.

uc27Uno dei motivi per cui mi sono appassionato a questo fantastico genere letterario è che non è raro imbattersi in opere quasi del tutto sconosciute al grande pubblico che potrebbero benissimo essere considerate dei piccoli capolavori; ed è in quei casi che comprendi quanto la popolarità di un romanzo sia totalmente indipendente dalla sua qualità intrinseca. Ovviamente, per i generi di nicchia come lo sci-fi datato questa tendenza è ancora più marcata ed infatti, tralasciando i soliti appassionati che di sicuro conosceranno questa storia se non altro per essere la prima pubblicazione di una linea editoriale che in Italia ha fatto la storia della fantascienza (Cosmo Oro), sfido tutti gli altri a poter affermare di conoscere questa fantastica opera di cui sto per parlare.
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Guida galattica per gli autostoppisti – di Douglas Adams| Un romanzo che non potrai non amare!

A1HGWCA36hLMi capita molto di rado di amare un romanzo fin dalla sua prima lettura, e ancora più raramente mi capita con romanzi che fanno parte di un genere che non prediligo particolarmente, quello della fantascienza ironica.

Fino alla lettura di questa geniale opera non avevo una grande considerazione di questo genere, in buona parte per la visione piuttosto seriosa che ho sempre avuto della letteratura sci-fi.

E non saprei descrivere a parole la sorpresa che ebbi durante la prima lettura di questa “Guida galattica per gli autostoppisti”, romanzo scritto nel 1979 dal britannico Douglas Adams, autore dallo spiccato humor inglese con cui ha costruito un’opera che è entrata nella storia della fantascienza e non solo.

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Il gioco di Ender – di Orson Scott Card| Il confine tra Young Adult e sci-fi!

0812550706Tra i classici riconosciuti della letteratura fantascientifica non può mancare quello che potremmo considerare come il confine tra un impegnativo Young Adult ed un buon sci-fi, “Il gioco di Ender”, scritto nel 1985, primo capitolo del ciclo di Ender, serie di romanzi scritta da Orson Scott Card, autore conosciuto soprattutto per le opere di questo ciclo.

E se il genere Young Adult può far storcere il naso ad un pubblico più adulto, bisogna dire che l’opera non presenta quelle grandi limitazioni comuni ai romanzi dello stesso genere ma, anzi, riesce a valorizzare quelle caratteristiche sfruttando il contrasto tra l’innocenza dei giovani protagonisti e le tematiche trattate.

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Dune – di Frank Herbert| Il miglior romanzo di fantascienza di sempre?

duneSpesso mi ritrovo in giro per il web a spulciare tra le innumerevoli classifiche dedicate alla letteratura sci-fi, alla ricerca di qualche perla che possa essermi ancora sconosciuta ed inserita da blogger o appassionati per rompere la monotonia della maggior parte di quelle liste che, molto spesso, non fanno altro che copiare ed incollare sempre i soliti titoli; come se il gusto personale debba per forza adattarsi a quello della massa solo per compiacere la stessa o per paura di non esprimere un giudizio comunemente accettato.

Naturalmente, per quanto la qualità di un’opera sia un parametro puramente soggettivo, ci sono alcuni titoli che meritano più di altri di stare in cima a queste classifiche. E tra questi “top” è abbastanza comune trovare il primo capitolo del “Ciclo di Dune”, se non al primo posto quanto meno sul podio.

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Senza luce – di C. A. Higgins | Io credo in te!

30289-cop-urania-1641.cover-Non c’è soddisfazione più grande di leggere racconti di giovani autori esordienti e trovarli di gran lunga migliori di tanti altri appartenenti ai cosiddetti “grandi nomi” dello sci-fi. Perché se la Higgins manterrà le premesse che ci ha fornito con questo suo esordio alla narrazione di un certo livello, allora la sua carriera non potrà che essere radiosa.

Freno un attimo l’entusiasmo e inizio dal principio.

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Il Pianeta dimenticato – di Murray Leinster | Burl è il mio eroe!

7865738_2356317Pochi sono i personaggi che alla fine di un libro ti rimangono davvero nel cuore lasciandoti con quel senso di nostalgia ed affetto che potresti provare per un tuo caro amico. E quando ti capita di incontrarne uno inizi a sperare di trovare quello stesso personaggio in altri racconti, magari dello stesso autore, ma scoprendo con triste rassegnazione che la storia di Burl del Pianeta proibito è finita lì, con quell’unico racconto che gli ha dato vita e morte.

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Io, Robot – di Isaac Asimov | La più famosa (e sopravvalutata) opera del Maestro della Fantascienza.

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  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

I tre punti sopracitati rappresentano le tre famose leggi della robotica, scritte da Isaac Asimov e citate innumerevoli volte in quella che può essere definita come la sua opera più famosa, anche se (forse) non la qualitativamente migliore.  Indubbio è il ruolo fondamentale che ha avuto l’omonimo film con Will Smith (che tra l’altro è decisamente lontano dall’essere una sua versione cinematografica fedele) nel costruire questa popolarità intorno ad un romanzo che, in ogni caso, rimane uno delle colonne portanti di tutta la fatica letteraria del grande Isaac, e della fantascienza più in generale.

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